L’esperienza con Sky e con il Campionato del mondo di velocità è stata lunga e istruttiva. In questi anni ho imparato ad apprezzare un mondo complesso e profondo, dove si creano legami a partire da uno sguardo e una battuta anche con persone apparentemente lontane.
Sono anche stati gli anni in cui sono riuscito a mettere in pratica e migliorare il mio stile di telecronaca, che tutto deve alla tradizione anglosassone: rimanere imparziale, raccontare la verità. A questi pilastri ho unito la mia vocazione di cantastorie, cercando di parlare intorno a ciò che vedevo, senza limitarmi a un semplice resoconto.
Credo che essere rimasto fedele a questa linea, contro ogni critica, in equilibrio tra formalità e storytelling, mi abbia aiutato a sostenere anche le prove più complesse e reggere la forza dei momenti più drammatici. È il mio modo di raccontare. Sono io.
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